Armonia Croce

BIOGRAFIA. Croce Armonia è nato nel 1949 a Sommatìno (CI) e qui attualmente risiede. Ha vissuto dal 1966 al 1985 tra Zurigo e Genova dove
contìnua ad operare. Opera, altresì, negli studi di San Juan de Alleante in Spagna e di Mannerdorf- Zurigo in Svizzera. E’ membro dell’Accademia delle Arti dell’incisione di Pisa, dell’Università popolare Sestrese di Genova e dell’Accademia Tiberina di Roma.

Mostre più importanti 1964-1999: Caltanissetta – Zurigo – Basel – Wettingen – Baden – Meilen (CH) Genova – Arenzano – Roma – Campo Ligure – Livorno – Tokio e Kioto (J) – Trento – Firenze – Pisa – Messina – Bruxelles – Madrid – New York – Nice – Meisterschwanden (CH) – Palermo – Grenoble Fontaine -Rives – Crolles – Renage (F) – Lampedusa – Ponte di Legno (BS) -Guardiagrele (Chieti) – Altea (Spagna) – Perticarci (PS) – Taormina (ME) Rochester (New York) – San Cataldo (CL) – Museo minerario di Villarosa (EN) – Piazza Armerina (EN) – Asti – Mazzarino (CL) -Agrigento – Enna – Catania – Favara (AG) – Acireale (CT) – Caltagirone (CT) – Vittoria (RG) – Barcellona (ME) – Florestella Grotlacalda (EN) – Col Fontaine (B) – Aix Les Bains (F).

Ha illustrato i seguenti testi di poesie: ‘Piaghe e cicatrici” di Attilio Colombo, Ed. Nuove Frontiere, 1988. ‘Tentativi” di Carmelo Curdo, Ed. Vaccaro, 1987. ‘Le impronte dei sogni” di Anna Mazzei, Ed. Cecchinelli, 1985. ‘Sangue giallo” di Carmelo Curdo e Croce Armonia, Ed. Nuove
Frontiere, 1990. ‘Al di là della vita”, di Attilio Colombo, Ed. Nuove Frontiere, 1991. ‘Strappi di silenzi ” di Rosetta Di Maria, Ed. Bancheri, 1998.

Hanno scritto di lui:Giovanni Amodio, Guido Arato, Felice Ballerò, Sergio Bartolini. Benedetto Benedetti, Anna Boero, Yannik Boulard, Tonino Canepa, Attilio Colombo. Renzo Cordiviola, Carmelo Curdo, Amedeo Delehaye, Nino Di Maria, Giuseppe Galota, Francesco Gaietti. Filippo Garrone, A. Gregor Giammarkian, Bernardino Giuliana, Michele Curcuruto, Lina Riccobene, Linda Quinlan, C. Goix, Angela Lonzi, Decio Lucano, Giuseppe Marasca, Anna Mazzei, Lillo Montebello, Silvano Motti, Nino Sanfìlippo, Lina Ossani, Stella Pacellini, Luigi Piergiovanni, Maria Teresa Josè Prestigiacomo, Mario Pirrò, Ramadien, Pino Renda, Christian Rettmeyer, Nicola Romano, Albana Rossi, Franco Spena, Paolo Tabita.

Giornali, Riviste e Cataloghi: Annuario Cornea, Arte Italiana Contemporanea, Avvenire, Bianco e Nero, Catalogo Int. d’Arte Contemporanea 1984, II Quotidiano di Messina, L’Isola di Messina, Thè Brighton – Pittsford, Quarry and Construction, Corriere Mercantile, Gazzetta d’Asti, Gazzetta del Lunedì, Gazzetta del Popolo, Giornale di Sicilia, II Giornale Nuovo, II Lavoro, II Ponte di Rimini, II Resto del Carlino, II secolo XIX, International Kunstbiennale “Seetal” 1985, La Bitta, La Gazzetta del Sud, La Sicilia, L’Avanti, Le Dauphine Libere. L’Unità, Magazine, Pan Arte, Vita artistica del Novecento. Vita e Mare. Servizi Rai – Tv I – 2 – 3, varie radio – Tv private, Teleuropa.

Principali sue opere all’estero: Aix – les – bains (F) – Hamburg (D) – Alleante (E) – Altea (E) – Bruxelles (B) – Buenos Aires (RA) – Cleveland (Ohio USA) – Easton (Pensilvania USA) – Frankjurt (D) – Fontaine (F) – Granoble (F) – Liegi (B) – London (GB) – Lausanne (CH) – Madrid (E) – Malaga (E) – New York (USA) – Rochester (USA) – Saarlouise (D) – Toronto (CA) – Tokio (J) – Zurich (CH) – Col Fontaine (B).

RECENSIONI. Dal 1861, ossia da quando il francese Gustave Dorè rappresentava graficamente le opere dantesche, nessun pittore italiano aveva pensato di riproporre, pur attraverso una chia­ve di lettura personale, tali interpretazioni ico-niche che ben si prestano a far cogliere mag­giormente al lettore della Divina Commedia quelle atmosfere pregnanti di pathos, di cui è pervasa l’intera opera. L’input che viene offerto al maestro Croce Armonia, per questa recente produzione, dalla singolare cifra stilistica, è il mondo del lavoro delle miniere  sempre caro e vicino all’artista  del quale egli ha sempre colto tristezze, drammi, dolori. E i “piccoli uomini veri” – come recita una poesia di Anna Mazzei – sono ora assimilati ai miserrimi personaggi danteschi che popolano i gironi di quel mondo fosco e cupo dell’Inferno. La giornata del minatore di Croce Armonia coincide, quindi, con la profonda notte della valle infernale di “Caròn dimonio con occhi di bragia” e la miniera è la profonda voragine fumosa di zolfo, ove si respira un’atmosfera immobile, tenebrosa: un’ “aura morta” che non vede mai luce, ove l’unico bagliore emana olezzo di morte. Tipico di questa produzione del Maestro è perciò il suo costruirsi in una serie di invenzioni allegoriche che, pur partendo dall’epopea mineraria, l’abbandonano per riconsegnarci messaggi tridimensionali di ben più ampio respiro. Quanti personaggi politici l’artista vorrebbe ritrovare – e forse anche noi con lui – nelle bolgie dantesche ad espiare colpe che mai saranno perdonate. Invece, purtroppo, egli ritrova nelle valli di Satana l’ombra dei padri onesti e buoni cui è toccato consumare un contrappasso al contrario: il destino di espiare colpe di una vita “anzitempo all’orco”. Ma ancora si può dire di Armonia che risul­ta attento lo studio anatomico delle sue figure, dall’espressione ieratica e dai corpi resi plastici dal pesante lavoro muscolare e che sembrano evocare i capolavori scultorei di Fidia, Prassitele o Mirone, grandi artisti greci. Inoltre, nella tavolozza quasi monocromati­ca, volutamente scarna di colori brillanti, balenano guizzi di luce gialla che conferiscono alle figure, attraverso un sapiente gioco di piani e volumi, forme e dimensioni volute. Ma, concludendo ad ampio respiro, potrem­mo dire su questa produzione che la libertà morale che Dante cercava per sé e per tutti gli uomini, l’ideale di un monda nuovamente felice e abitato dalle virtù, coincidono con l’aspirazione di Armonia, che crede che tutto ciò possa essere conquistato solo attraverso un duro sforzo di purificazione ascetica – in senso laico -nell’umile ossequio ad zina legge che non ammette compromessi e debolezze. Ma “laggiù nella miniera è scoppiato il silenzio”, è vero – così recita una poesia di Attilio Colombo che mi piace sempre ricordare – ma l’eco delle vibranti rappresentazioni di Armonia risuonerà fragorosa, lontano nel tempo a rammentarci che è tempo di frantumare il mito di Sisifo, per secoli legato alla condizione subalterna delle genti di Sicilia.
Maria Teresa José Prestigiacomo